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Esistono diverse indagini strumentali, caratterizzate da diversi livelli di invasività, che possono aiutare nel percorso diagnostico, quali l’ecografia, la TAC e la Risonanza Magnetica.
- La diagnosi di carcinoma gastrico è solitamente affidata all’endoscopia (esofago-duodeno-gastroscopia, EGDS) associata alla biopsia. L'esame viene effettuato in regime ambulatoriale con somministrazione di farmaci sedativi. La procedura non è dolorosa e non richiede alcuna preparazione, eccetto il digiuno e la sospensione di un’eventuale terapia anticoagulante orale.
- Una volta accertata la diagnosi, la stadiazione (valutazione dell’estensione globale della malattia) va affidata alla TC (tomografia computerizzata) toraco-addominale con mezzo di contrasto (m.d.c). E’ un esame di rapida esecuzione che utilizza raggi X; permette di studiare in un solo atto diagnostico l’estensione locale della neoplasia e le possibili e più probabili sedi di malattia metastatica (linfonodi pelvici e addominali, fegato, polmoni). Il 15-20% dei carcinomi gastrici, al momento della diagnosi, si presenta infatti come una neoplasia che supera la superficie gastrica (sierosa) ed infiltra gli organi contigui. Nel 75% dei casi l’infiltrazione è limitata ad un solo organo, nel 15-20% sono interessati due organi e nel 5-10% sono infiltrati tre o più organi contigui.
- Radiografia del torace: è di rapida esecuzione e permette di escludere la presenza di metastasi a livello dei polmoni o dei linfonodi del torace anche se la TC del torace ha una maggiore affidabilità clinica.
- Ecografia addominale: rappresenta anch’essa una alternativa, anche se meno affidabile, alla TC dell’addome. Viene utilizzata per l’identificazione delle metastasi epatiche e lo studio dei linfonodi addominali.
Esami complementari per una migliore definizione dello stadio della malattia comprendono la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), l’Ecoendoscopia (EUS) con eventuale agoaspirato su linfoadenopatie sospette, e la PET (Tomografia ad emissione di positroni).